2015, Il Paurometro di Giglio Gigli: C’è rimedio?

2015, Il Paurometro di Giglio Gigli: C’è rimedio?

Può sembrare una battuta! Un fondo di verità o qualcosa di più, sono sicuro che c’è! Tra gli spettatori ed ippogenitori se ne raccontano di tutti i colori a proposito dell’aspetto, faccia, espressione, comportamento, ecc., che gli atleti hanno quando stanno per entrare nel campo gara!

Questo articolo nasce grazie all’incrocio tra due influssi: quello di Giovanna che ha pubblicato nel suo libro una frase magica che vi riporto (foto compresa!) e quello di Marco che gli è balenata nella mente una frase molto famosa, come rimedio: funzionerà? Come fa a funzionare?

La frase, che Giovanna ha riportato nel suo libro, appartiene a Giglio Gigli, persona molto conosciuta e stimata dell’equitazione ed è la seguente:

Il Paurometro, invenzione progettata ma probabilmente mai realizzata da Giglio Gigli, strumento in grado di misurare contemporaneamente salivazione, pallore, tremori, sudori freddi, ecc. ecc. .

Mi sono fatto un po’ l’esame di coscienza: quante volte, al momento di entrare in campo gara, il mio paurometro avrebbe fatto accendere la lampadina rossa? E a voi? Ed agli ippogenitori?

Insomma, ammettiamolo: il nostro corpo parla da sé! Quante volte riusciamo ad intuire come si comporterà una persona, persino un atleta in gara, dall’aspetto che ci trasmette? Avete mai visto un candidato vincitore tremare dalla paura? Chi scommetterebbe anche un solo euro su un atleta che trema dalla paura il momento di entrare in campo gara? Dico la verità, qualche volta succede un eccezione, ma per i suoi bravi motivi. Io sarei per l’ammissione che se tremi dalla paura, il risultato della tua gara non sarà proprio al massimo, sei d’accordo con me?

Sembra che esistono tanti rimedi, quale sarà quello più “rapido” a funzionare?

Pare proprio quello citato dall’amico Marco! Quando entri in campo gara, tu come hai gli occhi? Di Triglia o da Tigre?

Io non so lui come conoscesse questa frase. Io la conosco perché una volta l’ho ascoltata da Julio Velasco, famosissimo allenatore di pallavolo che la riferiva ai suoi atleti della Nazionale Italiana vincitrice di ben 6 titoli di Campione del Mondo e di due medaglie alle Olimpiadi.

Durante le partite, Julio Velasco si rendeva conto dello stato d’animo dei suoi atleti da come si muovevano e da come parlavano. Anche lui aveva il paurometro di Giglio Gigli che, a parte gli scherzi, ha tutt’ora un fondo di verità scientificamente dimostrabile!

A quegli atleti che risultavano positivi al paurometro di Velasco, Julio diceva: “vuoi che l’avversario si accorga che è più forte di te? Vuoi che tenti i suoi colpi migliori o vuoi che abbia paura di sbagliare con te perché, magari, ti vede superiore? E l’atleta, magari già cinque volte Campione del Mondo, gli faceva: “e come faccio a non farmene accorgere?” Incastrato! Di rimando Julio gli diceva: “Entra in campo con gli occhi della Tigre!”

Pare che la verità fosse un'altra, cioè Julio Velasco usava dire questa frase ai suoi atleti perché aveva imparato che c’è una sorta di auto convincimento tra mente, corpo ed atteggiamento: un po’ come la storia delle candele di Dante, la sapete?

Dante raccontava che se in un gruppo, uno accende una candela, probabilmente anche gli altri l’accenderanno. Una volta accese le candele, se uno la spegne, probabilmente anche gli altri lo faranno.

Come funziona il “trinomio” Mente, Corpo ed Atteggiamento? Più o meno uguale: se uno dei tre spegne la candela, anche gli altri due lo faranno e la Performance rischia di essere deludente perché non c’è convinzione. Se uno dei tre accende la candela, probabilmente, anche gli altri due potrebbero accenderla, migliora la convinzione personale e la Performance potrebbe risultare nettamente migliore. Secondo la scienza, cosa succede quando fai l’occhio della Tigre? Praticamente stai accendendo una candela e, a seguire, anche gli altri due componenti dovrebbero farlo.

Come funziona in pratica?

Sembra un gioco di parole, ma ha un senso scientifico dimostrabile: devi dire alla tua Mente (la prima che accende la candela) di far assumere al tuo corpo (la seconda candela) un atteggiamento positivo (la terza candela). Come? Facendo l’occhio della Tigre, il passo da Guerriero, il ruggito del Leone, ecc.).

Morale: Io non lo farei proprio il giorno del debutto in Gran Premio, ma l’ho fatto (qualche volta senza essere consapevole) e lo faccio durante le mie solite gare.

Perché non provi anche tu ad accendere la candela della tua Mente alla tua prossima occasione?

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