2015, Le distanze ed il Cavallo ben addestrato: Ma da chi?
2015, Le distanze ed il Cavallo ben addestrato: Ma da chi?
Ho ricevuto qualche commento su Facebook e mi ha fatto piacere. Chiaramente, voglio rispondere a qualcuno di questi. Il commento della lettrice l’ho dovuto ricopiare io sotto l’articolo “2015, La matematica è un opinione nelle distanze tra i salti? Brainstorming ed un esempio di “Modelling” nato spontaneamente.” , al link https://www.saltagliostacolidellamente.it/news/a2015-la-matematica-e-un-opinione-nelle-distanze-tra-i-salti/
Anna S. E che ne pensiamo del fatto che vecchi cavalieri che hanno vinto le olimpiadi (col. Paolo Angioni) sostengono che tutto questo nostro arrovellarci sulla giusta distanza, tempi di galoppo, etc sia inutile? In quanto è fondamentalmente il cavallo ben addestrato al salto che, lasciato libero di saltare , trova da sè la giusta e buona distanza? Comunque l'idea è carina
Gentilissima Anna, grazie per l’intervento ed il commento. Consentimi qualche domanda, più per stimolare qualche riflessione ulteriore. Noi Mental Coach siamo un attimo abituati a generare domande, perchè queste creano risposte impensabili a volte. Se, mentre faccio le domande, riesco a spiegare lo scopo delle stesse, si capisce la costruttività del loro intento.
A te, il Col. Angioni avrebbe detto “ Arrovellarci sulle distanze sia inutile, giusto? A questa affermazione, egli avrebbe aggiunto: “In quanto è fondamentale il cavallo ben addestrato, libero di saltare, trova da sè la giusta e buona distanza, giusto?
Posso domandare chi addestra il cavallo e lo rende ben addestrato?
Quali sono i criteri per cui un cavallo è o sarebbe ben addestrato?
Come fa un addestratore di cavalli ad addestrare un cavallo a
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saltare libero
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trovare la giusta e buona distanza?
C’é un limite all’addestramento?
Quanto può essere importante che il nuovo proprietario del cavallo abbia lo stesso stile di monta dell’addestratore?
In caso di differenti stili di monta, che cosa si può variare e cosa non si può variare?
Consentimi, da come stai intuendo, potrei generare una serie infinita di domande! Tutte con un intenzione positiva, cioè dirette verso uno scopo che, magari, sarà più manifesto successivamente.
In realtà, e trovo conferma anche da altri commenti e da colloqui con amici equestri, dal tuo intervento, si evince già un abitudine di questo sport: da una parte gli addestratori, includendo tecnici di settore ed istruttori, e dall’altra i praticanti, più o meno capaci, più o meno consapevoli, in particolare dei propri limiti.
Da cavaliere, vedi i video sul mio blog, mi permetto di rispondere che questa differenza si assottiglia man mano che l’atleta cresce. Probabilmente, ancora non esiste una vera e propria didattica sull’argomento o quanto meno non è diffusa.
Ho domande (ritorno a fare il Mental Coach!) che potrebbero confutare quest’argomento: a mio parere, la didattica della distanza è un pò come l’araba fenice, tutti sanno che esiste ma nessuno la trova!
Un altro commento registrato su Facebook, a cura di MCV, parlava di senso del cavallo e l’occhio innato alla distanza. A mio parere, il senso del cavallo è argomento che richiederebbe trattati infiniti sull’equitazione! L’occhio alla distanza può essere argomento che ne richiede un pò di meno! Ma, a mio parere, può essere eviscerato più facilmente, almeno io sto lavorandoci sopra perchè sento che mi coinvolge di più adesso.
Non voglio entrare nel campo della didattica, il mio compito di Mental Coach è, al momento, di creare supporti mentali per gli atleti equestri. In questo modo, può darsi che le difficoltà performative diminuiscano o, meglio!, le performance possono migliorare.
Cara Anna S., se hai letto anche altri miei articoli sul mio blog, avrai intuito verso quale direzione sto lavorando: se son fiori, fioriranno!