2013, Angelica Augustsson, la ferrea volontà di vincere una medaglia a squadre.

La prima volta che notai quest’amazzone per tv fu nel 2011, in una tappa FEI World Cup a Göteborg, in Svezia, casa sua.

Era il suo debutto, davanti a tanti amici e parenti che erano venuti a vederla proprio per l’occasione.

Domanda per noi: come ci saremmo sentiti noi al suo posto, con gli sguardi puntati su di noi, sguardi di amici e parenti, mentre sei lì a recitare il ruolo del protagonista, al centro dell’arena ed è il tuo debutto.

Quanti di noi avrebbero detto “Fammi fare una gara tranquilla, oggi il cuore mi batte forte, i polsi tremano e qualche gocciolina di sudore scende anche se fa freddo?

Questo è per me un Ostacolo della Mente che va saltato. Ed Angelica ha fatto proprio questo: l’ha saltato eccome!

Per l’occasione, sul mio blog Equifare: Fare Equitazione scrissi: Forse è nata una Stella! Feci questa affermazione perché vinse con un distacco di ben due secondi, quando in queste gare si vince per decimi di secondo. La cosa bella fu che lasciò al secondo e terzo posto due colossi dell’Equitazione Mondiale: Edwina Alexander e Ludger Beerbaum. Anche qui Angelica ha Saltato un altro Ostacolo della Mente e domando a voi: cosa sono i timori riverenziali se non limiti che ci imponiamo da soli?

Fui prudente, perché spesso capita una splendida performance e poi non più confermata.

 

 

Invece Angelica ha più volte confermato le sue qualità e bravura. Sono convinto che la sua caratteristica in gara sia la determinazione.

Dopo aver vinto tante gare, ad un atleta, possono succedere tanti fenomeni, uno in particolare si chiama Burn out, in sostanza qualcosa non funziona più ed è difficile uscire dal tunnel del burn out.

A volte questo burn out succede ai binomi o succede ai cavalli. Già è sbagliato gettare la colpa agli altri, puoi mai dare la colpa ad un cavallo? Certo che no!

Insomma, qualcosa di simile è successo al binomi Angelica ed al suo cavallo. Tutti quei meccanismi e quell’intesa così perfetta sembravano scricchiolare. Ciononostante, la convocazione ai Campionati Europei arrivò lo stesso, fu un atto di fiducia impegnativo da parte della Federazione Svedese.

Qui penso al senso di responsabilità, ti arriva la convocazione, sai di non essere in forma e, probabilmente, sai che anche gli altri lo sanno, tu cosa fai?

Tu sai che la convocazione vale anche per cercare di avere un affermazione a squadre, magari proprio una medaglia!

Prima di dare una risposta, quante volte Angelica avrà rigirato quel foglio fra le mani, quante volte si sarà allenata e avrà gareggiato prima di dare una risposta alla Federazione?

Poi, magari, un giorno avrà preso una decisione, credo ad oggi la più importante della sua vita professionale sportiva: “Le responsabilità si prendono, Accetto!”

Il primo giorno di gara ai Campionati Europei di Angelica 2013, il burn out era evidente: bruttissima prestazione, ostacoli abbattuti un brutto rifiuto del cavallo e, quando Angelica ha provato a risaltarlo, ha avuto un momento di confusione: ha ripetuto il salto di un ostacolo già saltato e perciò la giuria l’ha dovuta eliminare. Un momentaccio, vero? Ormai la classifica individuale era già definitivamente compromessa.

Il giorno dopo era il primo giorno di gara per la classifica a squadre, se queste erano le premesse …

La gara si trasforma in una lotta con il proprio cavallo, quante incomprensioni e sforzi! Appunto sforzi, nulla era facile come le altre volte: quante volte ha rischiato l’errore? Quante volte era evidente l’incomprensione con Mic Mac du Tillard? Quante volte gli interventi sulle redini sono stati bruschi?

 

 

Alla fine Angelica commette un solo errore, fortunatamente quasi l’80% dei concorrenti fa lo stesso risultato se non addirittura lo stesso errore.

Forse per Angelica s’incomincia ad intravedere una luce in fondo a quel maledetto tunnel, ma rimaneva la consapevolezza che doveva trovare altre risorse per uscire dal tunnel!

Il giorno della finale a squadre: o la va o la spacca!

La medaglia a squadre è dietro un percorso di 16 salti (con una gabbia ed una doppia gabbia) che le sarà sembrato pure infinito, la medaglia è là, ma solo se il percorso è netto!

Come si sarà vista Angelica? Quanto pesavano gli sguardi dei compagni di squadra che confidavano in Lei? E quello dei suoi tifosi? Erano più alti gli ostacoli in gara o quelli della mente?

Nei giorni precedenti Mic Mac sembrava un toro a testa alta che si voleva infilare dentro i salti invece di saltarli, come sarebbe stato quel giorno?

Quando con il suo cavallo Mic Mac du Tillard ha oltrepassato l’arco d’ingresso del campo gara, Angelica avrà pensato: “il dado è tratto!”

 

 

Ce l’ha fatta Angelica: quel bronzo è strameritato ed il suo sorriso è tornato a splendere, poteva mai essere diversamente?

(Bronzo a squadre ai Campionati Europei 2013 di Salto Ostacoli)

Esercizio per voi: quando vi serve la determinazione, a chi pensate? Io? Ad Angelica!

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